""Even a stopped clock tells the right time twice a day!"

venerdì, giugno 17, 2005

Frammenti dall' HJF '05, Imola: R.E.M.


Non mi attiravano per niente.
Una decina di anni fa, dopo una lunga attesa, li vidi in concerto e rimasi talmente deluso che reagii creando degli anticorpi anti-R.E.M. Li presi a schifare come la peste, li trovavo presuntuosi ed insopportabili nel loro modo sublime di non essere nè carne nè pesce.
Un concerto soporifero, noioso, aspettavo "The One I Love" e loro che fecero? La cover di Chris Isaac... Li ribattezzai R.ottura E.norme di M.arroni!!!

"Nella vita però - mi dicevo - bisogna sempre concedere una seconda possibilità".
Così il combo di Athens, Georgia, paesino sui cui prati Kim Basinger imparò cose interessanti ed irripetibili, si presenta sul palco con alcuni sessionmen (batteria, tastiera) e comincia con un sound molto aggressivo e schitarrato. Sembra di riascoltare Green (il mio album preferito). Invece si parte con 2 brani di "Monster" dopo che Peter Buck si decise a mettere in disparte i fottuti mandolini....
Dei 14 album in studio realizzati, sentiremo un selezione di brani ben riuscita degli ultimi 9, quindi un pò tutti i fans vengono accontentati.
Dell'ultimo disco sono presenti 4 brani, non male per una data del omonimo tour. Una sorta di "the Best Of..." cui manca solo "It's The End Of The World..." rimpiazzata dall'identica "Bad Day" che Stipe riesce a cantare senza leggere il testo.
Stipe sul palco è sempre un pò artistoide, con una striscia di colore sugli come Darryl Hannah in Blade Runner. Peter Buck si presenta con il capello corto e la sua stazza imponente che fa sembrare mandolini anche le chitarre normali. Per la prima volta nella storia Mike Mills mi sembra un pò invecchiato.

Mi sono piaciuti più adesso di un decennio fa. Meno sbadigli e più chitarre.

Hanno suonato per ore e ore:
1. I Took Your Name
2. What's The Frequency Kenneth?
3. So Fast So Numb
4. The Outsiders
5. Drive
6. Bad Day
7. Leaving New York
8. Animal
9. Sweetness Follows
10. Everybody Hurts
11. Electron Blue
12. Electrolite
13. Me In Honey
14. Orange Crush
15. Wanted To Be Wrong
16. The One I Love
17. Walk Unafraid
18. Losing My Religion
19. Imitation Of Life
20. Get Up
21. Great Bejond
22. Nightswimming
23. Dj set
24. Man On The Moon

"This one goes out to the one I love
Fire (she's comin' down on her own, now)"

giovedì, giugno 16, 2005

Frammenti dall'HJF '05 Imola, Garbage


Il penultimo disco proprio non mi aveva convinto, con quei campionamenti tipo Britney Spears.
Ma forse non aveva convinto nemmeno loro, che con il nuovo "Bleed Like ME" sono ritornati al passato.

Si presentano in sala stampa già pronti per il palco con Shirley Manson con una pettinatura tipo replicante di Blade Runner.
Poche domande idiote dei "giornalisti" tipo: "che sensazione vi da un festival?". "Ce l'hai un blog?". "Vi piace l'Europa?" (Shirley è scozzese, a meno che la deriva dei continenti..).

Poi via sul palco e si parte con "Bad Boyfriend" che su disco aveva Dave Grohl alla batteria, finalmente un batterista vero al posto del legnoso Butch Vig, assoluto mago invece dietro al mixer.
Con "Not My Idea" e "Stupid Girl"si torna indietro di 10 anni fino al primo omonimo disco.
Credo che questo sia il suono che più venga rincorso dalla band in questo momento, all'insegna del back to the past.
Nel loro set dal vivo di Beautiful Garbage resta solo "Cherry Lips".
Sul palco il set è supersonico, ben articolato attorno alla grintosa scozzesina che tira in giro gli anzianotti con eleganza.

Il momento più coinvolgente è sul trittico "Paranoid", "Push it" e "Sex Is Not The Enemy".
Tutta la forza della band è servita su un piatto d'argento vivo.

Una performance convincente, conclusa con "Right Between The Eyes" dall'ulimo disco.

Setlist:
1. Bad Boyfriend
2. Not My Idea
3. Stupid Girl
4. Why Do You Love Me
5. Cherry Lips
6. Grow Up
7. Vow
8. Metal Heart
9. Paranoid
10. Push It
11. Sex Is Not The Enemy
12. Only Happy When It Rains
13. Right Between The Eyes

Modern life is rubbish...

mercoledì, giugno 15, 2005

Frammenti dall'HJF '05 Imola, Velvet Revolver


Quanto ero curioso di vedere Slash, l'uomo che seppe inventarsi uno dei migliori riff di chitarra, quello si "Sweet Child O' Mine" dei G'N'R!
Anche la presenza di quel tossicone di Scott Weiland mi intrigava, l'uomo che cantava "Plush" con la sua voce da pelle d'oca.

Avevo sentito il loro disco distrattamente, non distinguendolo da un album dei tanti di "regular rock and roll".
Il gruppone nato dalle ceneri dei Guns N' Roses (presenti anche Duff McKagan e Matt Sorum), Stone Temple Pilots e Dave Kushner (Wasted Youth) sembrava l'ennesimo pessimo tentativo tipo "Audioslave".
Weiland sale sul palco vestito da pseudo-nazista mentre Slash è incredibilmente immutato e immutabile, proiettato direttamente dal tour di Use Your Illusion I e II. Lui e la sua Gibson Les Paul. E che dire di quei giri di chitarra che lasciano sempre a bocca aperta.

Il set è potente e schitarrato, per veri amanti di hard-rock. Bellissima e trascinante è ad esempio "Illegal I Song", un funk-metal ritmato e potente. La voce di Weiland, pur lacerocontusa dagli abusi, è sempre profonda e nitida e tiene insieme i suoni estremi della band.
Quando intonano "Fall To Pieces", una ballata struggente, si risente un giro di chitarra tipo "Sweet Child..." e a qualche fan dei Guns scende la lacrimuccia (e ce ne sono parecchi in giro con le magliette sgualcite dalle lavatrici delle loro mamme).
Lo stesso su "Superhuman", dove la chitarra di Slash si ricoscerebbe ad occhi chiusi.
Bella anche "Headspaces" che ricorda le ultime apparizioni degli STP (tipo Shangri La).

Il set si chiude con una chicca: Slash entra sul palco con una chitarra improbabile, una Gibson diavoletto doppio manico, con la quale intona "Wish You Were Here" dei Pink Floyd.

Non ho mai amato i G'N'R per via di Axel Rose, mi piacevano gli STP per la voce di Weiland.
Che il mix funzioni?
Non lo so.
In fin dei conti, come usavano dire in passato, "It's only Rock and Roll but I like it"!

martedì, giugno 14, 2005

Mario Luzzato Fegiz "presente" all'Heineken Jammin Festival



"Ma che strano - mi dicevo - non ho ancora visto Mario Luzzato Fegiz all'HJF di quest'anno". Di solito lo vedevo nella hall dell'albergo a colazione e poi più tardi in sala stampa. Poi lo vedevo incazzarsi perchè nell'hospitality di un concerto organizzato da una nota marca di birra, non avevano del vino rosso...
Sotto al palco o nell'area mixer non c'è mai stato, quindi non l'ho nemmeno cercato. Ma questo lo fanno tutti i VERI giornalisti. Nella bolgia vanno solo gli appassionati.
Non che mi interessi particolarmente la vita e gli usi e costumi di quello che è ritenuto "uno dei massimi esperti di musica in Italia", è che semplicemente nel mio peregrinare tra sala stampa (dove raccolgo comunicati e scalette dei concerti), l'area antistante al palco (dove vado assieme ai fotografi durante la prima canzone di ogni concerto), nell'area mixer (dove mi godo il resto del concerto) e l'hospitality (dove vado a bermi una sana birra gelata) di solito lo incrociavo.

Ieri poi, leggendo il Corriere della Sera, con sommo stupore vedo una sua recensione dell'evento.
Ma dove diavolo era??? Come ha fatto???. "Vabbeh - mi dico - vediamo cosa ha scritto".

"Con 175 mila presenze, HJF si è confermato una delle più grandi manifestazioni mondiali del settore".

Parliamoci chiaro. Se uno almeno una volta nella sua vita è stato all'estero a vedere un festival si accorge dell'esatto contrario. Roskilde, un paese dimenticato in Danimarca anche dalle cartine geografiche, ad esempio fa 250.000 spettatori al giorno. Per non parlare dell'Heineken spagnolo a Benicassin che ha tre palchi ed un cast che richiederebbe di essere "uni e trini" per seguirlo in toto. Il tutto ovviamente senza citare gli eventi del Regno Unito, assolutamente inarrivabili.
La realtà è che l'HJF a stento regge la concorrenza interna italiana (Flippaut, Indipendence Days, Traffic) e lo fa ricorrendo a presenze dozzinali (Vasco Rossi, Bon Jovi, ecc..) per alzare il contachilometri delle presenze.
Il che dimostra che musicalmente siamo e rimaniamo in "provincia del mondo".

"...a metà di Champagne Supernova, undicesimo brano in scaletta, il sempre più nervoso Liam Gallagher (...) ha piantato in asso il fratello Noel ed è uscito dal palco (...) che ha concluso il concerto tra i fischi del pubblico ed il lancio delle bottigliette"

Secondo "Phantom" Fegiz, Liam era nervoso e se ne sarebbe andato perchè aveva il microfono troppo basso.
Ordunque.
Liam Gallagher è salito sul palco senza voce, l'ha anche detto dopo "Cigarettes and Alcohol" [ho corretto il titolo della canzone dopo che un simpatico anonimo me l'ha fatto notare].
Quando poi se ne è andato, a metà di "Champagne Supernova", il pubblico ha continuato a cantare in sua vece, tanto che Noel alla fine continuava a dire "thank very much" con la "u" come si dice a Manchester. Non un bottiglia o un fischio, ma un momento di partecipazione collettiva straordinaria. Il pubblico aveva capito il problema, contrariamente a Fegiz, anche e semplicemente perchè ... era lì!!

Ma poi l'apoteosi sui Garbage...

"i Garbage (protetti dei REM) [???], ...con la folgorante solista Shirley Manson, ben supportata dal chitarrista Butch Vig (...) che usa la chitarra come un rasoio per scolpire raffinate forme sonore".

Chitarrista?
Ma dico io, guardare su Google prima di scrivere fesserie pare brutto??

Siamo e restiamo nella provincia musicale del mondo perchè sui nostri più autorevoli quotidiani abbiamo "esperti" che scrivono in questo modo, con sommaria cognizione di causa e fastidiosa supponenza.