""Even a stopped clock tells the right time twice a day!"

venerdì, febbraio 29, 2008

IB_ST2_MM5_PIXIES

iNDiEBAR Seconda Stagione, MegaMIX 05, Smells Like Pixies Spirit

pixie_adesso

Abbiamo scelto un titolo diverso dal solito per il megamix di oggi.
Lo shaker del nostro bar musicale servirà un cocktail esplosivo con un profumo particolare. Un profumo fatto di una linea di basso e batteria che attraversa la canzone ed arriva fino al break di chitarre sulla quale la voce ulula il proprio canto in caduta libera.
Questo spirito ha illuminato Frank Black e Joe Santiago agli esordi, ascoltando gli Husker Du ed i Pere Ubu di David Thomas.
L’ha portato avanti Kim Deal quando fece i Breeders assieme alla sorella gemella e poi the Amps, l’ha ripreso Frank Black o Blacke Francis da solista più tardi, e poi gli stessi Pixies di nuovo insieme.
Ma piacque molto anche ai Nirvana di Kurt Cobain (ecco il perché del titolo) ed ai Placebo di Brian Molko.
Allora noi ve lo proponiamo questo spirito, cercando di farvi immaginare una linea temporale trasversale che attraversa la musica alternativa degli anni '90 e arriva, intatta, fino a noi.
Per fare ciò abbiamo dovuto eliminare la nostra fastidiosa voce, per farvi assaporare tutto il succo della trasmissione.

indiebar_cover_small_mix copiaTracklist:
1. Pixies, “Gigantic”
2. Pixies, “Gouge Away”
3. Frank Black, “Hang On To Your Ego”
4. Pixies, “Tame”
5. Black Francis, “Thresold Apprehension”
6. Pere Ubu, “Two Girls (one Bar)”
7. The Breeders, “Cannonbal”
8. Nirvana, “Rape Me”——9. Pixies, “Monkey’s Gone To Heaven”
10. The Breeders, “Little Fury”
11. Frank Black, “Czar”
12. Sugar, “A Good Idea”
13. Pixies, “Debaser”
14. Pixies, “Bone Machine”
15. The Breeders, “Safari”
16. Frank Black, “Los Angeles”
17. Placebo, “Where Is My Mind”

Download MP3 (59:08min, 54MB)


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venerdì, febbraio 22, 2008

IB_ST2_SP3_VS

iNDiEBAR Seconda Stagione, Monorafie trasversali, VS



VERSUS, VS, contro.
La musica antagonista, che si incazza, che denuncia, che si ribella.
Un viaggio super partes nella musica “VS” ingiustizie, sopprusi, sistemi, politici, ideologie, usi e costumi, deboli, diversi.

P.S.: ci scusiamo per alcuni problemi di audio che ancora non riusciamo a risolvere, specie con il preascolto.

indiebar_cover_small_mono copiaTracklist:
1. Rage Against The Machine, “Killing In The Name”
2. Asian Dub Foundation, “Free Satpal Ram”
3. Molotov, “Puto”
4. 99 Posse, “Rigurgito antifascista”
5. Consolidated, “Accept Me For What I Am”
6. Pop Will Eat Itself, “Ich Bin Ein Auslaender”
7. Urban Dance Squad, “Demagogue”
8. System Of A Down, “Chop Suey!”
9. Sonic Youth, “Youth Against Fascism”


Download MP3 (60:51min, 1MB)



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domenica, febbraio 17, 2008

Where I've been (so far)











martedì, febbraio 12, 2008

IB_ST2_NL06

iNDiEBAR Seconda Stagione, puntata 6, News and Loose
glamorama_by_ludoChe fatica mettere insieme una puntata con quest’anno pigro! Potrebbe essere chiamato Lazy Year, parafrasando il nostro amico di merende Tommy. A proposito, ci siamo dimenticati di ricordargli di non dimenticarsi di ricordarsi di mandarci la sua pillola ed allora ne sentiremo la sua mancanza.

Insomma non ne abbiamo combinata una di giusta. Che dobbiamo fare?

Vabbè, consoliamoci con le poche certezze che abbiamo. Una su tutte svetta sovrana: Axel di IndieForBunnies che con la grazia e competenza che lo ha reso celebre in ogni angolo del pianeta apre la finestra sul cortile e ci fa sentire a tutto volume i gallesi Los Campesinos e, nella seconda frazione, i Mahjongg.

Noi invece vi proponiamo le news con gli immancabili Portishead, il Glastonbury Festival, i R.E.M., Jemie Hewlett creatore dei Gorillaz e la fine dei Godspeed You! Black Emperor (sigh!).

Vi abbiamo recensito uno scialbo Alec Empire, un ottimo Duke Spirit, uno stralunato Vampire Weekend, un deludente Hot Chip e vi abbiamo fatto risentire gli ottimi The Do.

Nel rivisitare il 2007 del quale sentiamo la mancanza ascolteremo un remix dei Nine Inch Nails a cura di Steven Morris & Gillian Gilbert dei New Order.

indiebar_cover_newsTracklist:
1. Los Campesinos, “Death to Los Campesinos”
2. The Do, “At Last”
3. Alec Empire, “If You Live or Die”
4. Nine Inch Nails, “God Given (Steven Morris & Gillian Gilbert remix)
5. Mahjongg, “Problems”
6. The Duke Spirit, “The Step And The Walk”
7. Vampire Weekend, “Mansard Roof”
8. Hot Chip, “Shake a Fist”

Download MP3 (57:51min, 53MB)



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venerdì, febbraio 01, 2008

Film: Into The Wild, regia Sean Penn

E’ proprio vero che per vivere bisogna prima un pò morire, che per essere felici sia necessario essere prima un pò tristi.

I grandi contrasti che regolano la nostra esistenza sono splendidamente raffigurati in questa pellicola dell’ex Enfant Prodige di Hollywood, Sean Penn, alla quarta prova come regista.

In tanti anni di carriera Penn si cimenta come regista solamente di rado e quando lo fa lascia il segno.

Si tratta della rappresentazione cinematografica di un romanzo già Best Seller di Jon Krakauer, "Into The Wild" che racconta la storia (realmente accaduta) di Christopher McCandless che, fresco di college e con rosee prospettive per la sua vita futura, decide d’intraprendere un viaggio alla ricerca dell’avventura. Per fare questo si disferà di tutte le cose materiali quali i suoi risparmi (devoluti in beneficenza), la sua tessera di assicurazione sanitaria ed i documenti. Non risparmia nemmeno la sua identità, tanto che si ribattezzerà Alex Supertramp.

I suoi compagni di viaggio saranno solo pochi indumenti e dei libri di Jack London, Tolstoy e Thoreau.

La banale consecutio temporum di un road movie è stata sconvolta abilmente da Sean Penn riportando avanti e indietro nel tempo il racconto mostrando in pratica il capitolo finale a tratti e come il protagonista vi sia arrivato, attraverso mille peripezie ed incontri incredibili.

I paesaggi sterminati della Wilderness americana vengono inquadrati con un taglio quasi da Homevideo il che dona alla pellicola una spontaneità estremamente originale. Il tutto tenuto insieme dalla penetrante voce di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam alla prima esperienza da solista, che traghetta i paragrafi del film quasi come se la colonna sonora fosse parte integrante della fotografia e non più un banale sottofondo.

Alex arriverà in Alaska attraverso la grande campagna americana, il Grand Canyon, il Messico, la West Coast e Seattle. Lascerà la sua famiglia che già si reggeva su fragili equilibri instaurati da un padre padrone ma con un passato di inventore ingombrante, interpretato da un vistosamente invecchiato William Hurt.


Ma il viaggio più difficile è quello nel profondo della propria anima, alla scoperta delle sensazioni più pure e genuine, quello che davvero lascia senza fiato in questo film. La convinzione che se si perdona si ama e che la felicità sia tale solo se condivisa maturano nell’anima di Chris, che per tutto ciò paga un pedaggio sovrumano.

Il finale dovete proprio andarvelo a vedere al cinema, dopo 148 minuti di proiezione che vi scivoleranno addosso come un telefilm o poco più.

In fin dei conti chi non ha mai pensato di fare come Alex Supertramp? Chi non ha mai pensato di perdersi nel mondo per ritrovare se stesso?

E’ davvero incredibile come il film non sia stato minimamente considerato dall’industria cinematografica americana per gli Oscar, perché Emile Hirsch come interprete e Sean Penn come regista meritavano la statuetta.

Ma questo si sa. È il prezzo da pagare nel fare film di questo tipo.