Waschhaus Potsdam
Faceva un freddo porco quell'anno a Berlino. Per più di un mese la colonnina di mercurio non aveva mai superato i -15°C con picchi notturni di -35°C e forse anche oltre.
Spunta Lor15 sulla porta di casa con in mano "il librino", una specie di giornalino gratuito con l'elenco degli eventi e concerti della settimana in città.
20 gennaio, Swervedriver, Waschhaus, Potsdam.
Eravamo entrambi a piedi, che fare?
Convinciamo Maria (detta la Veltcheva), a credere nell'avventura, la quale accettava di buon grado, senza nemmeno fare troppe domande.
Sarà stato il fatto che lei a Potsdam ci era nata, o forse perchè suo padre lavorava negli studios di Babelsberg. Non lo sappiamoo il perchè, ma accettava.
Il problema di Maria è il suo modo bizzarro di guidare: va da "A" a "B", incurante di quello che succeda tra le due mete.
Si parte.
Dopo pochi semafori, uscendo dalla città, insospettiti dal freddo che imperversava in macchina chiediamo a Maria quanto tempo ci vuole perchè si avvii il riscaldamento.
Lei, serafica, ci diceva che "forse è rotto".
"Prova a muovere la leva, se fa stack funziona".
Io faccio stack ma la leva mi restava in mano.
Il freddo è davvero ai minimi storici, tanto che i vetri cominciavano a brinarsi dall'interno.
A questo punto cominciano svariati ragionamenti sui principi base della termodinamica:
"Se apriamo i finestrini, l'aria circola e circolando non si brinano i vetri".
Nel frattempo però Lor15, che si è seduto sul sedile posteriore temendo la guida A-B di Maria, comincia a ibernare, coprendosi fino alla mummificazione.
Maria ovviamente non ha la palettina di plastica per sbrinare i vetri. Quindi prendo una cassetta dal vano portaoggetti e comincio a sbrinare i vetri davanti alla guidatrice.
L'immagine è davvero buffa: Maria aggrappata al volante, io che sbrino i vetri con cadenza regolare ogni due minuti, Lor15 che sembra un baco da seta prima della metamorfosi.
Le strade sono vitree, il paesaggio lunare, il freddo polare, insomma un viaggio dell'altro mondo.
In perfetta sintonia con il teorema di Maria, siamo arrivati indenni a "B". Nessuno di noi ricorda come abbiamo trovato il locale (non proprio sulla strada) o semplicemente se abbiamo preso l'autostrada o la statale.
Eravamo al Waschhaus di Potsdam.
Il posto è molto underground, le ex lavanderie dell'esercito della DDR. Un bel edificio di mattoni rossi con soffitti altissimi, talmente alti che per andare al bar nel sottotetto facevi mille rampe di scale.
Ci siamo fatti un drink per scaldarci un pò.
Il concerto era molto bello, a distanza di anni ascoltando i CD risento come hanno suonato i brani dal vivo.
Era il 20 gennaio del 1996, esattamente dieci anni fa, dieci "fottuti" anni fa.
Quando ci rivediamo con Maria e Lor15 (ahimè mai contemporaneamente con entrambi dato che vivono a Roma la prima e a Monaco il secondo) giocando al "ti ricordi quella volta che..." questo concerto è sempre uno degli episodi favoriti.
Un ricordo ibernato, da conservare in luogo fresco per il resto dei nostri giorni.
Spunta Lor15 sulla porta di casa con in mano "il librino", una specie di giornalino gratuito con l'elenco degli eventi e concerti della settimana in città.
20 gennaio, Swervedriver, Waschhaus, Potsdam.
Eravamo entrambi a piedi, che fare?
Convinciamo Maria (detta la Veltcheva), a credere nell'avventura, la quale accettava di buon grado, senza nemmeno fare troppe domande.
Sarà stato il fatto che lei a Potsdam ci era nata, o forse perchè suo padre lavorava negli studios di Babelsberg. Non lo sappiamoo il perchè, ma accettava.
Il problema di Maria è il suo modo bizzarro di guidare: va da "A" a "B", incurante di quello che succeda tra le due mete.
Si parte.
Dopo pochi semafori, uscendo dalla città, insospettiti dal freddo che imperversava in macchina chiediamo a Maria quanto tempo ci vuole perchè si avvii il riscaldamento.
Lei, serafica, ci diceva che "forse è rotto".
"Prova a muovere la leva, se fa stack funziona".
Io faccio stack ma la leva mi restava in mano.
Il freddo è davvero ai minimi storici, tanto che i vetri cominciavano a brinarsi dall'interno.
A questo punto cominciano svariati ragionamenti sui principi base della termodinamica:
"Se apriamo i finestrini, l'aria circola e circolando non si brinano i vetri".
Nel frattempo però Lor15, che si è seduto sul sedile posteriore temendo la guida A-B di Maria, comincia a ibernare, coprendosi fino alla mummificazione.
Maria ovviamente non ha la palettina di plastica per sbrinare i vetri. Quindi prendo una cassetta dal vano portaoggetti e comincio a sbrinare i vetri davanti alla guidatrice.
L'immagine è davvero buffa: Maria aggrappata al volante, io che sbrino i vetri con cadenza regolare ogni due minuti, Lor15 che sembra un baco da seta prima della metamorfosi.
Le strade sono vitree, il paesaggio lunare, il freddo polare, insomma un viaggio dell'altro mondo.
In perfetta sintonia con il teorema di Maria, siamo arrivati indenni a "B". Nessuno di noi ricorda come abbiamo trovato il locale (non proprio sulla strada) o semplicemente se abbiamo preso l'autostrada o la statale.
Eravamo al Waschhaus di Potsdam.
Il posto è molto underground, le ex lavanderie dell'esercito della DDR. Un bel edificio di mattoni rossi con soffitti altissimi, talmente alti che per andare al bar nel sottotetto facevi mille rampe di scale.
Ci siamo fatti un drink per scaldarci un pò.
Il concerto era molto bello, a distanza di anni ascoltando i CD risento come hanno suonato i brani dal vivo.
Era il 20 gennaio del 1996, esattamente dieci anni fa, dieci "fottuti" anni fa.
Quando ci rivediamo con Maria e Lor15 (ahimè mai contemporaneamente con entrambi dato che vivono a Roma la prima e a Monaco il secondo) giocando al "ti ricordi quella volta che..." questo concerto è sempre uno degli episodi favoriti.
Un ricordo ibernato, da conservare in luogo fresco per il resto dei nostri giorni.
Alcuni brani degli Swervedriver:
Duel (Live Stockholm Radio)
Duress (St Andrews Hall)
Girl On A Motorbike
Rave Down
Never Lose That Feeling