Nine Inch Nails - With Teeth
Come un caleidoscopio.
Giri i tubetto e ti appaiono nuove forme e colori.
Il nuovo disco dei Nine Inch Nails, With Teeth, è proprio così, ad ogni giro nel lettore ci si accorge di alcuni particolari nuovi. Tasselli, messi ad arte in un mosaico sonoro peraltro già ben collaudato e conosciuto ai cultori di Trent Reznor.
Ad un primo giro di tubetto infatti il disco delude. Poi però si comincia ad intravedere il disegno, quella linea spezzata che lega “Downwards Spiral” e “The Fragile”, “Head Like A Hole” e “Starfuckers Inc.”.
Il disco inizia in un modo stranissimo, tanto si dubita di averlo confuso con l’ultimo dei Mùm. “All The Love In The World” si spalanca all’incredulo ascoltatore dopo qualche minuto e finalmente appare chiara la claustrofobia matrice sonica cui Trent sta attaccato coi denti (..Teeth) e con le unghie (Nails).
Poi si tira un sospiro di sollievo quando parte la mitragliatrice di Dave Grohl (guest molto gradito su alcune tracce) su “You Know What You Are”, uno dei pezzi più belli del disco. Tutto è di nuovo al suo posto, con quei bassi sparati che faranno la gioia dei vostri vicini di casa. D'altronde si sa, Alan Moulder, chiamato ancora una volta in cabina di regia, lavora molto sulla gamma sonora 60-400 Hz, rendendo il suono molto profondo.
Girando il tubetto del caleidoscopio troviamo delle bizzarrie come “Only” che inizia come “Matinee” dei Franz Ferdinand e prosegue con la stessa matrice dance eighties (Devo, Gary Newman) sulla quale è stata aggiunta una linea di basso strepitosa.
Non manca anche una struggente “Right Where It Belongs”, col pianoforte che in crescendo si tira dietro tutti gli altri strumenti, come già fece magistralmente con il capolavoro “Hurt” della quale sembra esserne la naturale prosecuzione.
Guardando il caleidoscopio rimangono impresse altre immagini sonore, come “The Hand That Feeds”, addirittura un po’ rave come primo songolo e “The Collector”, canzone di “origine controllata e certificata”.
Meno geniale di “Downword Spiral”, meno introspettivo di “The Fragile”, meno d’impatto di “Pretty Hate Machine”. Meno di quello che lecitamente ci si aspettava vista l’attesa e le premesse.
4 Comments:
i think i used to have a voice, now i never make a sound//LOR15
11:27 AM
yes.
8:40 PM
you've got good taste in music :)..
5:00 AM
Mi sa che me lo prendo! ...:-)
7:46 PM
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